Ormai divenuta familiare anche in Italia, la figura del "coach" nasce negli Stati Uniti negli anni '70 e indica il professionista che, grazie all'utilizzo di tecniche specifiche, allena la persona - ma anche lo sportivo, l'imprenditore o i team - a individuare i propri obiettivi e a raggiungerli con motivazione e attraverso l'acquisizione di un diverso modo di pensare e di nuove e più proficue abitudini.
L'EPCA nasce dalla lunga esperienza nella formazione e nello sport dei suoi fondatori – i coach Marco Martone, Savino Tupputi, Cinzia Scimia e Stefania Pozza – allo scopo di: diffondere la cultura, la formazione e la pratica del coaching; promuovere la crescita professionale degli associati con attività di formazione continua; garantire standard di qualità, i valori, le regole deontologiche dell'associazione supervisionando il comportamento professionale degli iscritti; promuovere il confronto e lo scambio tra coach per agevolare la circolazione di informazioni e l'evoluzione di questa disciplina; promuovere e diffondere la pratica e l'insegnamento del coaching a livello istituzionale, sociale e culturale per il raggiungimento di obiettivi di crescita personale; accreditare scuole di coaching, enti e istituti di formazione attraverso la valutazione e il riconoscimento dei loro percorsi formativi; istituire corsi abilitanti alla professione e svolgimento dei relativi esami.
L'obiettivo che l'ECPA intende raggiungere è fondamentalmente uno: diffondere il coaching come strumento di crescita personale e garantire la professionalità di chi lo esercita. Sul mercato, infatti, l'offerta di corsi e percorsi formativi è veramente ampia e variegata, non sempre, tuttavia, la durata e la strutturazione dei corsi appare adeguata ad offrire ai discenti le adeguate competenze. Il cliente perciò potrebbe trovarsi ad avere a che fare con un operatore poco o mal preparato e fallire rispetto agli obiettivi che si propone di raggiungere con il suo aiuto.
L'altro obiettivo fondamentale dell'ECPA è culturale; in una disciplina in costante evoluzione come questa, infatti, è indispensabile che la formazione del coach sia adeguata e continua, né più né meno di quanto accade nelle altre categorie professionali.
Stabilire dei parametri, degli standard formativi, inoltre, può essere un utile passaggio in vista di un possibile e auspicabile futuro riconoscimento del coaching da parte dello Stato italiano; in questo caso, infatti, la standardizzazione diventa il criterio che consente la misurabilità della formazione dell'operatore e la conseguente analogia rispetto ad altre discipline non comprese nei tradizionali percorsi universitari, ma ormai pienamente riconosciute.
Diffondere il coaching nel sociale, infine, è l'obiettivo che sta più a cuore all'EPCA che, infatti, intende porre le proprie competenze e strumenti al servizio della società civile e, soprattutto, dei giovani e delle categorie più deboli e svantaggiate.
Per ulteriori informazioni sull'attività dell'EPCA si può consultare il sito www.assocoach.eu.
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