La riforma avrebbe dovuto soppiantarle, invece anche
quest’anno verranno assegnate 7mila cattedre al 31 agosto e 93mila cattedre al
30 giugno: però tutto ciò avverrà sempre in ordine sparso e su più fasi. Con i
precari ancora una volta divisi tra serie A e B. Il risultato di questo
bailamme di nomine e contro-nomine, che si protrarrà sino a dicembre e oltre, è
che si produrrà la solita mancanza di continuità didattica per gli allievi: una
condizione che, invece, dovrebbe essere sempre messa al primo posto. Pertanto,
il nostro sindacato chiede al Miur di invitare i dirigenti scolastici ad
organizzare delle convocazioni congiunte.
Marcello Pacifico (presidente Anief): in questo modo si
produrrebbe trasparenza nelle nomine e un risparmio di lavoro enorme per
segreterie scolastiche e dirigenti, oltre che consentire di ridurre il cambio
di docenti salvaguardando la continuità su classi e istituti. E siamo recidivi,
perché già l’anno scorso due supplenze annuali su tre non erano state assegnate
dalle GaE, per via del blocco triennale: le regole vanno riscritte per evitare
proposte di incarico con il contagocce, proprio mentre le scuole aprono i
battenti.
Il nuovo anno è appena partito, ma la stabilità del sistema scuola e dei
suo docenti rimane un desiderio lontano dal compiersi: basta guardare quel che
accade con le graduatorie di Istituto dei precari, dove sono collocati 100mila
supplenti abilitati e altri più di 300mila in terza fascia. Anche quest’anno,
malgrado la riforma avrebbe dovuto soppiantarle, verranno infatti assegnate 7mila
cattedre al 31 agosto, a cui si aggiungono 93mila cattedre al 30 giugno. In
pratica, una su dieci. Però tutto ciò avverrà sempre in ordine sparso e su più
fasi, comportando seri problemi alla continuità didattica degli studenti che
dovranno assistere al solito balletto di docenti.
Malgrado l’approvazione della riforma della “Buona scuola”, la scuola
rimane pertanto ancora malata di “supplentite”. E questo avviene soprattutto
perché il Governo non ha voluto, nonostante i posti vacanti, assumere anche i
precari abilitati delle graduatorie di Istituto di seconda fascia: si tratta di
una grave esclusione, che a metà piano di assunzione ha fatto perdere già
10mila delle 48mila assunzioni programmate dal Miur, a seguito della mancanza
di docenti abilitati nelle GaE.
Ci sono poi altri aspetti illogici da considerare. Perché non solo la
scuola italiana continua ad abbondare di precari, ma esistono pure i precari di
serie A e quelli di serie B. Quest’ultimi, sono tutti coloro che risultano
collocati nelle graduatorie di Istituto e che anche quest’anno saranno
costretti all’incertezza della nomina, a causa dell’ennesimo rinnovo delle
posizioni, la cui pubblicazione definitiva tarda ad arrivare: una prassi che
quest’anno si è resa necessaria per l’inserimento dei nuovi abilitati del secondo
ciclo di TFA e sostegno.
L’aggiornamento delle graduatorie degli 8.500 istituti scolastici si
sarebbe dovuto concludere entro agosto, al massimo i primi di settembre, ma
invece, a causa degli ennesimi ritardi del Miur e della gestione del sistema informatico,
si protrarrà almeno fino al 20 ottobre. Con l’ennesimo balletto di nomine “fino
all’avente diritto”: si nomineranno, in pratica, dei docenti precari che
accetteranno di andare in cattedra, di lavorare per alcuni mesi nelle scuole
scelte e che poi verranno scalzati di nuovo da quelle sedi per una seconda
tornata di nomine a graduatorie aggiornate. Tutto ciò avverrà ottimisticamente
a fine ottobre, ma in realtà, come è accaduto spesso in passato, anche a
dicembre o addirittura a gennaio. C’è poi da ricordare che questi supplenti non
verranno nominati solo per “supplenze brevi”, derivate cioè da esigenze
temporanee e saltuarie, ma anche per le nomine annuali con scadenza 30 giugno
2016.
Il risultato di questo bailamme di nomine e contro-nomine è che si produrrà
la solita mancanza di continuità didattica per gli allievi: una condizione che
per Anief, invece, dovrebbe essere sempre messa al primo posto. Pertanto, il
nostro sindacato chiede al Miur di invitare i dirigenti scolastici ad
organizzare le cosiddette convocazioni congiunte: i docenti, in pratica, vanno
convocati per l’eventuale accettazione della supplenza, in un’unica sede
scolastica, seguendo così gli esempi virtuosi che già ci sono sul territorio
nazionale come per le province di Livorno, Biella, Massa e tante
altre.
“Questo sistema – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief - garantirebbe
maggiore trasparenza nelle nomine per i docenti, un risparmio di lavoro enorme
per segreterie scolastiche e dirigenti. E consentirebbe, altresì, di ridurre il
‘balletto di cattedre’ dei docenti al momento delle chiamate da graduatorie di
Istituto aggiornate da fine ottobre, salvaguardando la continuità su classi e
istituti. Ricordiamo che si questo versante l’amministrazione è recidiva: già
l’anno scorso due supplenze annuali su tre non erano infatti state assegnate
dalle GaE, per via del blocco triennale. A questo punto – conclude Pacifico – è
evidente che le regole vanno riscritte, per evitare le solite proposte di
incarico con il contagocce, proprio mentre le scuole aprono i battenti”.
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