A Genova su 77 cattedre libere della scuola primaria,
appena 18 ne sono state assegnate. E alle superiori diverse graduatorie di
classi di concorso sono risultate esaurite e molti posti, sia cattedre intere
che spezzoni, sono rimasti disponibili e tornati alle scuole. Dove i dirigenti
dovranno nominare sino “ad avente diritto”.
Addirittura quest’anno i contratti
conferiti dagli ex Provveditorati agli Studi contengono la stessa clausola,
perché in corso d’anno potrebbero subentrati i nuovi immessi in ruolo. Ma la
Buona Scuola non doveva cancellare la ‘supplentite’?
Marcello Pacifico (presidente Anief): la verità è che si
è creato un sistema burocratizzato e di difficile attuazione, con effetti che
si ripercuoteranno sulla didattica. Eppure la soluzione era a portata di mano:
collocare tutti i docenti abilitati all’insegnamento tra gli aventi diritto al
piano assunzioni. L’assurdo è che aver negato questa procedura ha comportato
che quei posti verranno comunque assegnati agli stessi prof.
La riforma
della scuola non sono non ha debellato il precariato, ma lo ha addirittura
amplificato. Perché in questi giorni gli uffici scolastici territoriali, quelli
che una volta si chiamavano Provveditorati agli Studi, stanno riscontrando
grosse difficoltà a conferire le supplenze annuali su posti vacanti, con durata
continuativa sino al 30 giugno o al 31 agosto 2016. I primi casi si sono
riscontrati a
Genova, dove su 77 cattedre libere della scuola primaria solo 18 sono
state assegnate. Il medesimo copione si è ripetuto, nella stessa città, per
le superiori, visto che “si è registrato lo stesso caso di mancata assegnazione
di supplenze, per assenza di candidati. Molte
graduatorie di classi di concorso come la A059, A049, A043 sono risultate
esaurite e molti posti, sia cattedre intere che spezzoni, sono rimasti
disponibili e sono così tornati alle scuole”. Anche dalle altre province stanno
pervenendo situazione simili.
Non spetta al sindacato fare un’analisi sociologica di questa situazione e
dei motivi che, in certi casi, possono portare il docente supplente a non
accettare la nomina. Ciò che conta è che i dirigenti scolastici, in vista
dell’imminente confusionario
avvio del nuovo anno scolastico, dovranno sobbarcarsi l’onere di convocare
e nominare tantissimi docenti da graduatorie d’Istituto. Con inevitabili
ripercussioni negative sulla didattica. Perché, in attesa che provengano le
comunicazioni ufficiali dagli uffici scolastici territoriali sulle graduatorie
esaurite, le nomine saranno di tempi ridotti. Solo successivamente, tra qualche
settimana, potranno essere conferite quelle annuali. Con cambio in corsa del
docente.
Ma non è tutto. Perché quest’anno anche le supplenze di lunga durata
sottoscritte con i supplenti “pescati” dalle graduatorie ad esaurimento, sono
diventate soggette a decadere in corso d’anno. Perché nel contratto di lavoro,
predisposto degli uffici periferici del Miur, è appara la dicitura “fino
all’avente diritto”. Ciò perché quello stesso posto, oggi affidato ad un
precario, potrebbe essere ricoperto, fino alle 23,59 di venerdì prossimo, da un
insegnante immesso in ruolo attraverso la fase B del piano di riforma. Con
4mila docenti che però attenderanno solo
le ultime ore per prendere la fatidica decisione se essere assunti a centinaia
di chilometri da casa.
“Quanto sta accadendo è davvero paradossale – spiega Marcello Pacifico,
presidente Anief – perché si è creato un sistema altamente burocratizzato e di
difficile attuazione, con effetti che si ripercuoteranno inevitabilmente sulla
didattica, quando la soluzione era a portata di mano: collocare tutti i docenti
abilitati all’insegnamento tra gli aventi diritto al piano di assunzioni.
L’assurdo è che aver negato questa procedura ha comportato che, comunque, quei
posti verranno assegnati agli stessi docenti. Solo che non saranno stati immessi
in ruolo, con decine di migliaia di posti destinati alle assunzioni che
andranno persi, e arriveranno a ricoprire la cattedra dopo la nomina di più
supplenti. Intanto, in 7mila sono stati spediti illegittimamente fuori regione.
Mentre altri 40mila precari hanno detto no al ricatto del ruolo a distanza. E
la chiamano La Buona Scuola…”, conclude amaramente Pacifico.
Per approfondimenti:
(Orizzonte Scuola dell’8
settembre 2015)
Nessun commento:
Posta un commento