Per questo motivo, l’Anief ne chiede da tempo
l'inserimento nelle GaE, da dove si immette in ruolo per il 50% dei posti e che
il Governo vorrebbe svuotare per eliminare l'abuso dei contratti a termine. Per
assumere tutti i docenti abilitati basterebbe ripristinare il tempo scuola
cancellato negli ultimi anni, così da lasciare spazio ai giovani laureati con i
nuovi concorsi. Ancora silenzi sul personale ATA.
Marcello Pacifico
(Anief-Confedir): è sempre più evidente la confusione degli ultimi giorni in
termini di numeri e di risarcimenti, che ha portato a continui rinvii di
discussione del decreto in Consiglio dei ministri. Mentre del censimento sui
posti vacanti, atteso entro il 31 dicembre, si sono perse le tracce. Sono
atteggiamenti che non ci piacciano e che ci hanno spinto a proclamare lo
sciopero nazionale per il 17 marzo di tutto il personale docente precario: qualsiasi altra soluzione scelta
dal Governo porterà a nuovi contenziosi in tribunale.
La scarsità di
candidati a coprire le cattedre libere, costringe sempre più dirigenti
scolastici a conferire le supplenze, anche di lunga durata, ai docenti
abilitati inseriti nelle seconda fascia delle graduatorie scolastiche:
nell’anno in corso, oltre la metà dei precari sono stati estrapolati da questo
canale. A denunciarlo è l’Anief, a seguito delle titubanze del Governo di
includere nel maxi-piano di assunzione, incluso nella Buona Scuola, anche tutti
coloro che sono inseriti nelle graduatorie d’istituto, ovviamente in presenza
di posti liberi e di altri candidati nelle GaE corrispondenti.
Dal Governo, sino
ad oggi, non sono arrivate risposte. Si tratta di un silenzio preoccupante: lo
stesso che continua a regnare sul personale ATA. E quello della mancata
stabilizzazione dei docenti ‘fantasmi’, è uno dei motivi alla base dello
sciopero indetto dall’Anief per il 17 marzo, quando tutti i supplenti della
scuola italiana sono stati convocati per scendere in piazza a Roma a
manifestare durante la giornata di sciopero generale del personale precario: qualsiasi
altra soluzione scelta dal Governo, che non comprenda la stabilizzazione,
porterà a nuovi contenziosi in tribunale.
Già, perché da
una parte chi si è inserito nelle ex graduatorie permanenti, soprattutto dopo
la loro trasformazione ad esaurimento, ha maturato un diritto ad essere
convocato prima o poi dal Miur per l’immissione in ruolo; dall'altra, di fatto,
proprio per come è strutturato il meccanismo degli elenchi provinciali, chi è
inserito nella seconda fascia delle graduatorie d'istituto è chiamato ogni anno
a ricoprire il 60% dei posti assegnati in supplenza annuale o al termine delle
attività didattiche su un organico per lo più di diritto. Con il risultato che
almeno in 70mila tra docenti abilitati, vuoi con i PAS, TFA, SFP, ESTERO,
DIPLOMA MAGISTRALE e altri percorsi, rimasti fuori dalle Gae dopo le ultime deroghe
volute dal Parlamento (Legge 169/08, 14/2012 ottenute da Anief) possono
rivendicare da un giudice del lavoro la stabilizzazione per aver svolto il
servizio per più di tre anni servizio su posti vacanti.
Se si considera,
poi, che ci sono oltre 20mila idonei dell'ultima selezione e dei precedenti
concorsi, e 45mila supplenti chiamati ogni anno come personale ATA, tra cui i
collaboratori scolastici, è evidente che il piano di immissioni in ruolo deciso
dal Governo per sfuggire alle sentenze dei giudici dopo la sentenza della
Corte di Giustizia europea, del 26 novembre scorso, deve
essere raddoppiato. Perché tutti i precari della scuola chiamati dallo
Stato devono essere stabilizzati. Soltanto così si può partire dalla soluzione
zero e programmare una nuova formazione iniziale degli insegnanti legata al
reclutamento.
Secondo Marcello
Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, occorre
sorvegliare a vista l’operato del Governo: “è evidente – spiega il sindacalista
- la
confusione degli ultimi giorni in termini di numeri e di risarcimenti, che
ha portato a continui rinvii di discussione del decreto in Consiglio dei
ministri. Mentre del censimento sui posti vacanti, atteso entro il 31 dicembre,
si sono perse le tracce. Sono atteggiamenti che non ci piacciano e che ci hanno
spinto a proclamare lo sciopero nazionale per il 17 marzo di tutto il personale
precario. Lo stesso giorno, nel pomeriggio, si terranno due sit-in: uno davanti
al Parlamento, indetto dal Mida, l'altro davanti il Miur organizzato da Anief”
“Ogni
risarcimento può costare alle casse dello Stato rimborsi dai 30 ai 50 mila euro
a lavoratore danneggiato dalla mancata stabilizzazione. La quota da assegnare,
varia in base ai mancati scatti di anzianità dopo il terzo anno di servizio, il
pagamento negato delle mensilità estive e agli indennizzi assegnati che varia –
conclude Marcello Pacifico - dalle sei alle venti mensilità complessive”.
Per approfondimenti:
Nessun commento:
Posta un commento