Secondo il sindacato realizzare la riforma a costo zero,
recependo i fondi dallo stesso comparto a danno ancora una volta i neo-assunti,
è un percorso impraticabile: perché i soldi per procedere alle assunzioni sono
stati stanziati, con la Legge di Stabilità 2015. E perché è finito il tempo dei
compromessi, sottoscritti sino ad oggi con l’avallo dei sindacati tradizionali,
a danno dei precari.
Marcello Pacifico
(Anief-Confedir): chiederemo risarcimenti decisamente superiori alle spese
che lo Stato avrebbe dovuto affrontare per dare loro gli aumenti previsti dal
contratto. È una cifra che va dai 30mila ai 50mila euro a docente con 10 anni
di precariato. Le cifre non le stabiliamo noi, ma i giudici: è già accaduto a
Trani, Napoli, Crotone e solo pochi giorni fa a Siena. E così sarà per decine
di migliaia di danneggiati.
Prende forma il motivo
dello slittamento al 3 marzo dei due decreti
sulla 'Buona scuola', previsti in discussione in CdM inizialmente per venerdì
27 febbraio: a sei mesi dalla prima
presentazione, il Governo, riporta
oggi la stampa specializzata, sembrerebbe ancora caccia dei soldi
per finanziare la riforma, in particolare le assunzioni dei 140mila docenti. “Il
MEF se le sta inventando proprio tutte. Forse verrà ridotto ancora il fondo
d'istituto, quasi certamente saranno bloccate le ricostruzioni di carriera. Il
primo gradone stipendiale potrebbe arrivare a 12 anni”.
Nello specifico, “si sta
pensando di allungare ulteriormente il primo "gradone" (ora di 9
anni) e di raffreddare le ricostruzioni di carriera, rinviandole magari a tempi
migliori. E già si parla di una nuova riduzione del fondo di istituto già
adesso del tutto insufficiente a remunerare il maggiore impegno dei docenti e
del personale ATA”.
Se le cose stanno così,
se veramente il Governo vuole fare la riforma a costo zero, recependo i fondi
dallo stesso comparto danneggiando ancora una volta i neo-assunti, Anief
risponde subito che si tratta di un percorso impraticabile: prima di tutto
perché i soldi per procedere alle assunzioni sono stati stanziati, con la Legge
di Stabilità 2015, anche per i prossimi anni; in secondo luogo perché, dopo che
si è espressa anche la Corte di Giustizia europea sul tema della parità
retributiva, è finito il tempo dei compromessi a danno dei precari e dei
neo-assunti.
“Pensare
di immettere in ruolo i docenti in cambio del prolungamento della cosiddetta
carriera raffreddata – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief
e segretario organizzativo Confedir – vorrebbe dire venire meno quel principio
della parità retributiva che non dovrebbe più essere messo in discussione. Non
è possibile, infatti, barattare le assunzioni del personale, una procedura
naturale per coprire il turn over e i posti vacanti, con il blocco per quasi
tre lustri di uno stipendio che già oggi figura tra i più bassi d’Europa e con
l’indennità di vacanza contrattuale sospesa fino al 2018”.
“Come sindacato
stentiamo a crederci: anziché andare a cancellare quel Contratto
collettivo di lavoro, sottoscritto il 4 agosto 2011,
che con il pieno accordo di Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e
Gilda Unams, che aveva fatto sparire il primo ‘gradone’ dei neo-assunti, al Mef
stanno addirittura pensando di estendere quell’ingiustizia cancellando anche il
secondo passaggio di livello stipendiale”.
Anief
promette, però, che se con la Buona Scuola venisse approvata una norma di
questo genere, è pronta sin d’ora a dare battaglia al Governo e
all’amministrazione: “faremo pervenire al Miur ha valanga di ricorsi, nei quali
si chiederanno dei risarcimenti decisamente superiori alle spese che lo Stato
avrebbe dovuto affrontare per dare loro gli aumenti automatici in busta paga.
Si tratta di una cifra che va dai 30mila ai 50mila euro a docente con 10 anni
di precariato”, spiega ancora Pacifico.
Il
conto è presto fatto: la giurisprudenza è infatti sempre più orientata ad
assegnare come indennizzo base 15 mensilità, cui si aggiunge il 2,5 per cento
di ‘collegato al lavoro’, che porta
il rimborso a circa 24mila euro a precario; ci sono poi da aggiungere
10mila euro di mancata assegnazione di scatti di anzianità nel periodo delle
supplenze; infine, 15mila euro per non aver corrisposto le mensilità estive a
tutti coloro cui è stata assegnata una cattedra sino al 30 giugno benché fosse
vacante e quindi fino al 31 agosto di ogni anno.
“A chi
dice che si tratta di discorsi teorici – continua il sindacalista
Anief-Confedir – rispondiamo ancora una volta con le sentenze che hanno portato
immissioni in ruolo d’ufficio e cospicui indennizzi: dopo i
tribunali di Trani, Napoli e Crotone, proprio in questi giorni è stata la
volta di Siena, dove il giudice ha disposto l’assunzione dei precari ricorrenti
e un risarcimento per mancata stabilizzazione pari a 20 mensilità. E questo è
il destino che attende l’amministrazione statale qualora non cambiasse pagina:
è assurdo continuare su questa strada, demandando ai tribunali quanto dovrebbe
stabilire il legislatore, ma la nostra mission
è difendere i lavoratori dalle scelte sbagliate di chi ci governa”.
Per approfondimenti:
26 febbraio 2015
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