A
sostenerlo è stato Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario
organizzativo Confedir, nel corso dell'Anief
Day, l’evento organizzato dal giovane sindacato all'Università
Pegaso di Napoli, in collegamento streaming con 16 città, in vista del rinnovo
delle RSU della scuola previsto ad inizio marzo: sono vent’anni che il
settore è monopolizzato dagli stessi sindacati, con i risultati deprimenti
sotto gli occhi di tutti, ad iniziare dal contratto fermo dal 2009 e con la
prospettiva di rimanere tale fino al 2018. Il leader Anief ha anche ricordato
che in Campania, dove è altissimo il tasso di dispersione, disoccupazione e Neet, è
gravissimo che non via sia nemmeno un Centro di formazione
per adulti.
“I lavoratori credono sempre meno nel
sindacato: nella scuola solo uno su due è iscritto e gli ultimi dati Aran
sul pubblico impiego
ci dicono che tutti i comparti pubblici hanno fatto registrare una riduzione di
deleghe, anche a due cifre, con una diminuzione media di oltre il 7,7%. La
colpa di questo disinteresse è di chi dovrebbe tutelare il personale, non certo
del datore di lavoro che fa i suoi interessi. Ma siccome fare sindacato è una
vocazione, chi lo fa per motivi personali è giunta l’ora che si faccia da
parte”. A dirlo è stato oggi Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario
organizzativo Confedir, nel corso dell'Anief Day, l’evento organizzato
dal giovane sindacato nell'Università Pegaso di Napoli, in collegamento streaming con 16 città, in
vista del rinnovo delle RSU della scuola previsto ad inizio marzo.
“C’è ormai sempre più disattenzione per
l’operato del sindacato, perché i risultati e le tutele a favore dei lavoratori
sono in deciso declino – ha detto Pacifico –: il fatto che nella scuola abbiano
la tessera solo mezzo milione di dipendenti su un milione è significativo.
Certo, è vero che secondo l’Aran quello dell’Istruzione è l’unico comparto che
in occasione delle ultime rilevazioni ha fatto registrare un incremento del 2%,
ma siccome nell’ultimo periodo sono scomparsi 200mila posti il calo di tessere
è stato compensato: in realtà anche la scuola ha avuto un calo di tessere”.
Durante il suo lungo intervento, il
sindacalista Anief-Confedir ha detto che è arrivato il momento di cambiare:
“sono vent’anni che il settore è monopolizzato dagli stessi sindacati, con i
risultati deprimenti sotto gli occhi di tutti: contratto fermo dal 2009 e con
la prospettiva di rimanere tale fino al 2018; niente più vacanza contrattuale;
stipendi sotto l’inflazione di 4 punti, contro i 3 del pubblico impiego ma
soprattutto mentre il privato ha fatto registrare un bel più 6 per cento. Per
non parlare delle indennità dimezzate, visto che il Fondo d’Istituto è stato
portato da 1 miliardo e 400 milioni del 2011 a poco più di 600 milioni di
oggi”.
“E che dire dell’accordo sottoscritto
nell’agosto del 2011 che ha permesso di assumere 67mila lavoratori ad
invarianza finanziaria? Però il fondo dobbiamo ancora toccarlo – ha continuato
Pacifico – perché con i decreti di riforma in arrivo, il Governo vuole legare
il merito alla prestazione di chi si vuole mettere ‘in gioco’: con gli
insegnanti che verranno pure valutati da genitori e studenti con più di
15 anni.
Inoltre, il decantato merito, riservato al 66% dei docenti, sapete a quanto
corrisponde? A quei 60 euro sottratti agli stipendi di tutti, non adeguando le
buste paga nemmeno al costo della vita: quindi si vuole far passare un aumento
per merito quello che si sarebbe dovuto assegnare per via naturale all’intero
corpo insegnanti”.
Il sindacato arriva a questa tornata
sindacale con 16mila tessere “vere”, il doppio dell’ultimo rinnovo RSU, grazie
alla sua visione transnazionale dei diritti dei lavoratori, che hanno permesso
di raggiungere risultati concreti: per raggiungere la soglia minima del 5% di
rappresentatività, l’Anief ha costituito 2.300 liste con 3mila
candidati complessivi. “Per riuscire nell’intento dobbiamo però ottenere un
risultato elettorale straordinario. Ma siamo l’unico sindacato che ha i numeri
e gli strumenti per farlo e abbiamo il dovere di provarci fino in fondo, perché
forse i tempi dell’alternanza in un mondo così statico sono finalmente maturi”,
ha spiegato Pacifico.
L’Anief è consapevole
che la sfida verrà vinta soprattutto se riuscirà ad avere credito da quel mezzo
milione di lavoratori oggi privi di deleghe sindacali: “a loro ricordiamo che è
troppo facile ascoltare passivamente il ritornello della parte pubblica che non
ci sono soldi per rinnovare i contratti. Di fronte a certe rigidità, non ci
sono concertazioni o compromessi da adottare – ha detto Pacifico – ma la
contrattazione va spostata nei tribunali della Repubblica. E lo stesso vale per
contrattazioni d’Istituto, tra l’altro ridotte a trattare su meri ‘conticini’
visto che l’importo è stato assorbito da altre voci di spesa, sempre con
l’avallo dei famigerati sindacati rappresentativi: se il dirigente scolastico
non le vuole portare a termine con le Rsu, che d’ora in poi non dovranno più
fare “sconti”, allora è giusto che se la vedano con i revisori dei conti”.
A proposito
della Campania, dove si è svolto il convegno odierno, il leader dell’Anief ha ricordato
che “è vergognoso che non sia presente nemmeno un Centro di formazione per adulti: una terra dove è altissimo il numero di alunni che lasciano la scuola
prima del tempo, di disoccupati e Neet, non può permettersi di non attivare
strutture di innalzamento del livello formativo. Dare rappresentatività ad un
sindacato come il nostro – ha continuato Pacifico – significa tornare a dare
forza alle ragioni di chi vuole una scuola e dei cittadini migliori. Significa
non dare più credito a certi sindacalisti che si ricordano del personale solo
in occasione del rinnovo delle RSU, come hanno fatto in questi giorni Cgil,
Cisl e Uil organizzando un sit-in a metà febbraio per la stabilizzazione di
oltre 100mila docenti abilitati non inseriti nelle GaE, che però solo l’Anief in questi anni ha difeso in tutte le sedi”.
Durante
l’Anief Day di Napoli, si è ricordato che il rinnovo delle rappresentanze
sindacali si svolgeranno nei medesimi giorni in cui il Governo tenterà di
approvare l'ennesima riforma al ribasso, per gli studenti e per il personale.
Se si eccettuano alcuni punti, come il potenziamento dell'apprendistato, la
formazione dei docenti e l'assunzione di 150mila precari, anche se non
gli abilitati 'invisibili', il resto è tutto da rivedere: “
si vogliono far sparire i supplenti brevi, i vicari dei presidi, i gruppi di
lavoro a supporto dei progetti e delle attività extrascolastiche indispensabili
per l’attuazione del Pof. Al loro posto – ha concluso Pacifico – arriveranno
neo-assunti assorbiti nell’organico funzionale: dei veri prof superman che, seppure senza titoli,
conoscenze ed esperienza, dovranno ergersi a ruolo di docenti tuttofare. Con i
soliti sindacati ancora una volta consenzienti”.
Per
approfondimenti:
8 febbraio 2015
Nessun commento:
Posta un commento